Seconda Conferenza italiana di Public History, AIPH, a Pisa

Mercoledì 13 giugno 2018 – dalle ore 15.00 alle ore 17.00

Venerdì 15 giugno 2018 – alle ore 13.00

Il dott. Paolo Coturri, dell’Associazione Amici del Museo Stibbert, è stato invitato a partecipare come relatore della seconda edizione della AIHP, Conferenza italiana di Public History che si svolgerà a Pisa dall’11 al 15 giugno 2018, in varie sedi.

Quest’anno il convegno, che ha per titolo “Metti la Storia al lavoro” presenta un programma vasto e importante in cui Paolo Coturri (113° Régiment de ligne,AFBIS) è stato chiamato a dare un contributo storico notevole sul tema delle “Rievocazioni storiche”, il 13 giugno dalle ore 15.00 alle ore 17.00, nel Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Aule PAO C1, D1, E1, durante il primo Speed Networking  dove studenti, laureandi, dottorandi e aspiranti public historian si incontreranno per due ore con professionisti di varie discipline della PH per porre domande, presentare progetti e chiedere consigli, oltre che cercare soluzioni di inserimento nel mercato del lavoro.

Il 15 giugno, Paolo Coturri, alle ore 13.00 farà un secondo intervento con il prof. Ugo Barlozzetti, anche lui degli Amici del Museo Stibbert, e con il Dott. Daniele Vergari, Accademico dei Georgofili e socio dell’AFBIS, tutti membri del Comitato scientifico del Museo Regionale del Figurino Storico di Calenzano: di questo ventennale Museo ricorderanno la storia e le attività. La sera stessa del 15, alle ore 19.00 verrà inaugurata all’interno del Museo, una Mostra di Figurini storici dal titolo: Guelfi e Ghibellini in Toscana Sec XIII-XIV, accompagnata da un catalogo a colori di 64 pagine. Per inciso l’Associazione Fiorentina Battaglie in Scala ha esposto, e lo è tuttora, in occasione del 170° anniversario, un diorama della Battaglia di Curtatone e Montanara.

Durante tutti i quattro giorni del convegno saranno condivise e discusse esperienze e pratiche, oltre che un confronto sulle tante sfide della PH, al fine di far emergere la varietà delle sperimentazioni oggi in Italia, con una serie articolata di ambiti e temi, dalla memoria ai metodi, dalle professioni alle forme di narrazione e ai rapporti con il territorio.

L’Associazione Italiana di Public History (AIPH) è nata nel 2016 con il sostegno della International Federation for Public History (IFPH) e della Giunta Centrale per gli Studi Storici. Nel giugno del 2017 a Ravenna ha tenuto il suo primo congresso nazionale ed eletto gli organi direttivi dell’Associazione. Ha lo scopo di: Promuovere la conoscenza storica e le metodologie della ricerca storica presso pubblici diversi favorendo il dialogo multidisciplinare;
Valorizzare pratiche ed esperienze che puntano sul coinvolgimento attivo di gruppi e comunità anche nel mondo digitale;

Promuovere e valorizzare ricerche storiche innovative e di qualità i cui risultati sono conseguiti anche grazie a metodologie e pratiche di partecipazione che consentono, talvolta, l’emersione di nuovi documenti.

Definire e condividere buone pratiche professionali e accademiche di Public History e di standard per la valutazione della disciplina in Italia;

Sviluppare la Public History come nuova disciplina universitaria;

Contrastare gli “abusi della storia”, ovvero le pratiche di mistificazione sul passato finalizzate alla manipolazione dell’opinione pubblica;

Valorizzare il patrimonio storico culturale italiano, in ogni sua forma;

Offrire competenze professionali laddove la storia come sapere critico e le metodologie della ricerca storica siano necessarie anche per la risoluzione di problemi del presente.

Alla Public History, settore delle scienze storiche, aderiscono storici che svolgono attività attinenti alla ricerca e alla comunicazione della storia all’esterno degli ambienti accademici nel settore pubblico come nel privato, con e per diversi pubblici.
È anche una nuova disciplina universitaria finalizzata alla formazione dei public historian.

I public historian operano nelle istituzioni culturali, nei musei, negli archivi, nelle biblioteche, nei media, nell’industria culturale e del turismo, nelle scuole, nel volontariato culturale e di promozione sociale e in tutti gli ambiti nei quali la conoscenza del passato sia richiesta per lavorare con e per pubblici diversi. Sono public historian anche gli storici universitari che hanno scelto la Public History come tema di ricerca e insegnamento o che interagiscono con pubblici esterni alla comunità accademica per fare storia (la storia applicata fuori dall’università viene talvolta chiamata “terza missione” dopo insegnamento e ricerca).

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